Perché conosco i meccanismi commerciali (e perché questo conta)

La mia laurea in Scienze Motorie

C’è un altro aspetto che ha influenzato molto il mio modo di ragionare.

Sono laureato con lode in Scienze Motorie.


Non faccio il preparatore atletico e non vendo allenamenti, ma ho sempre avuto una forte passione per tutto ciò che riguarda prestazione, efficienza e adattamento del corpo allo sforzo.

Questo tipo di formazione mi ha portato, negli anni, ad avere un approccio molto razionale anche al ciclismo e all’attrezzatura.


Sono abituato a:

  • distinguere tra ciò che è misurabile e ciò che è percezione
  • valutare costi e benefici reali
  • mettere in discussione affermazioni che “suonano bene” ma non reggono a un’analisi tecnica

È lo stesso approccio che ho applicato all’allenamento, all’aerodinamica e, col tempo, anche al mercato delle bici.

Ed è uno dei motivi per cui, quando ho iniziato a leggere certe schede tecniche e certe promesse commerciali, qualcosa ha smesso di tornare.


Le mie esperienze imprenditoriali


C’è infine un ultimo elemento che ha inciso molto sul mio modo di analizzare questo settore.

Da oltre vent’anni sono imprenditore, e da più di dieci anni lavoro nel commercio.

Questo significa che conosco molto bene come funzionano:

  • i costi di un’azienda
  • le leve commerciali
  • gli oneri fiscali
  • il peso di dipendenti, strutture, magazzino, distribuzione

So perfettamente che, per sopravvivere, un’azienda non può vendere al costo di produzione.

Tra tasse, oneri e rischi, il prezzo finale di un prodotto deve spesso essere moltiplicato più volte rispetto al costo industriale.

Ed è proprio per questo che il mio approccio è sempre stato serio e pragmatico, non ideologico.

Non penso che i marchi top di gamma stiano “rubando” qualcosa a qualcuno.

Non penso che vendere una bici da 15.000 o 20.000 euro sia sbagliato.

E non critico chi decide di regalarsi un sogno, una passione o un oggetto iconico.

Quel tipo di prodotto ha senso, per chi lo desidera e può permetterselo.

Il punto, però, è un altro.

Il punto è capire quanto di quel prezzo è legato alle prestazioni reali e quanto invece è legato a:

  • struttura commerciale
  • distribuzione
  • marketing
  • posizionamento del brand

Ed è esattamente qui che nasce questa guida.

Non per dire che “tutto è una truffa”.

Ma per dare gli strumenti per scegliere consapevolmente, sapendo cosa si sta pagando e perché.

Se poi, con le stesse informazioni, qualcuno decide comunque di comprare una bici top di gamma da 20.000 euro, quella rimane una scelta legittima.

Ma sarà una scelta informata, non guidata dal racconto.



Bene, dopo questa doverosa premessa, entriamo nel vivo della guida.

Nel prossimo modulo iniziamo a smontare il primo grande mito:

perché alcune bici costano 10.000€, 15.000€ o più…

e quando quel prezzo non è giustificato.

Completa e continua