Non parlo da spettatore, ma da ciclista esperto e imprenditore
Il ciclismo fa parte della mia vita da sempre.
Ho iniziato a correre da ragazzino, nelle categorie Allievi e Juniores, spinto più dalla passione che da qualsiasi ambizione particolare.
Negli anni ho praticato anche altri sport, ma la bici è sempre rimasta lì, sullo sfondo.
Dopo i 35 anni ho ripreso l’attività agonistica come amatore, in modo serio.
Negli anni ho vinto alcuni titoli italiani a cronometro, alcune gare in circuito e continuo tutt’oggi a correre attivamente.
Questo per chiarire una cosa subito: non parlo di bici da spettatore.
Le uso, le testo, le spingo e ci gareggio.
E proprio il fatto di gareggiare a cronometro, senza essere un professionista e senza un talento fuori scala, mi ha portato a sviluppare un’attenzione maniacale per ogni dettaglio che incide realmente sulla prestazione.
Nelle gare a cronometro non vinci perché “vai forte”.
Vinci perché perdi meno watt degli altri.
Questo mi ha portato, negli anni, a fare molta esperienza non solo sui telai, ma soprattutto su tutto ciò che influenza davvero l’aerodinamica e l’efficienza complessiva della bici.
Ho testato e ottimizzato:
- ruote
- pneumatici
- abbigliamento
- caschi
- manubri e protesi
- pulegge
- rapporti
- cuscinetti ceramici in ruote, pulegge e movimento centrale
- lubrificazione e ceratura della catena
E una cosa è diventata molto chiara col tempo:
il telaio, da solo, conta spesso molto meno di quanto si creda.
La differenza vera la fanno:
- l’insieme dei componenti
- la posizione
- l’aerodinamica complessiva
- la riduzione degli attriti
È anche per questo che, quando si parla di bici “top di gamma”, il prezzo spesso non è giustificato dalle prestazioni reali, ma da ciò che viene raccontato.
Questa esperienza pratica, maturata sul campo e in gara, è parte integrante del metodo che trovi in questa guida.